venerdì 28 aprile 2017

pubblico una bella appassionata e interessante lettera aperta al nostro Sindaco, da partre di una signora che da aluni anni è residente nel nostro Comune....

Buongiorno Signora Sindaco (1),
ho pensato molto prima di decidermi a scriverle questa lettera e, infine, ho scelto il piacere di farle conoscere anche la mia visione delle cose.
Sono abitante di questi monti da una decina d’anni, nel luogo d’origine di mia mamma. Val di Gorgo è una delle mie mete preferite fin da quando ero bambina, e con il lago Scaffaiolo il loro incanto è sempre inalterato.
E’ così evidente ormai che la neve sceglie sempre il termine dei tempi supplementari per mostrarsi, e, anche quando è sparata, mi creda, lassù è una tristezza di residuati sportivi: le piste veloci hanno fatto il loro
tempo e frustrazione e depressione sono i sentimenti più sperimentati da chi si ostina.
Da giovane mia nonna andava a servizio a Firenze e io ho sempre vagheggiato la strada che faceva scavallando i monti, oltre il lago. Magari non era quella, chissà, però che fascino il collegamento a piedi tra il di qua e il
di là.
Vede, tra chi abita quassù negli anni sono stati possibili un paio di atteggiamenti e ora ne esiste un terzo.
Mi spiego: nel dopoguerra tanti sono scesi in città forzosamente. Chi è ammirevolmente rimasto ha colto al balzo l’allora boom sessantino della villeggiatura, io ero piccolina molto ma ricordo l’effervescenza. In seguito l’ho anche notata con timore in una certa esagerata esuberanza costruttiva qui dove vivo. Per fortuna però non ha inflazionato e ancora oggi l’armonia e il buon gusto prevalgono. Ecco il primo atteggiamento: chi si è disposto all’accoglienza (bar, negozi, ristoranti, pensioni, camere, appartamenti).
Come stanno oggi?  Come sono messi? Cosa offrono?
Ho fatto anch’io parte di tutto ciò, negli anni, come cuoca, in una delle mie differenziate attività, e ho vissuto la frenesia estiva a fronte via via dello scoramento invernale.
Il secondo atteggiamento è forse quello un po’ snob, che io stessa vivo da qualche anno, del patire il sovraffollamento estivo (ohi ohi si potrebbe sprofondare!!!) raggruppato ed esigente e per contro la relativa
inesistenza di relazioni continuative su base non stagionale.
La terza via è nuova, sta emergendo e ha diverse sfaccettature ( e di per sè questo è già frizzante) :
una coppia con figlio adolescente ha preso in gestione una pensione-ristorante, più sotto diversi giovani coltivano e ci vivono, poco lontano alcuni – non nonni – stanno venendo più di frequente nella loro vecchia casa di famiglia.
Appaiono piccoli segnali? Può darsi, ma non è così che comincia il nuovo? E a voler vedere quanto si può scoprire.
I luoghi sono belli perchè chi ci vive li ama. Ed è questo amore che attira gli altri. Uso questa parola così svuotata in senso molto concreto: chi ama i propri posti li cura, li coltiva, li salvaguarda.
L’ubriacatura sessantina-sett-ott-novantina è ormai decrepita, gli sciatori ricchi di allora sono i pensionati medio-poveri di oggi, risorsa preziosissima al momento mi rendo conto, ma non saranno eterni, così come quel tipo di visione vacanziera. Sa che in paese festeggiamo le famigliole con bimbi?
Ora, anche la cultura è cambiata e sta continuando a cambiare. Basta solo rendersene conto.
Gli smargiassi macchinati non vengono qui. C’è chi magari se ne dispiace, chi invece magari gradisce.
Perchè, vede, la fruizione parcellizzata di questi luoghi ormai non paga più nessuno, nè gli ospiti nè i locali. Chi ancora di qui lo spera segue un’illusione col contrappeso di frustrazione e rabbia.
Non è solo la neve che smentisce, è anche e soprattutto la cultura che sta emergendo. Ci sono mondi interi di persone (a Bologna in particolare, ma certamente non solo e non solo in Italia) che cercano altro. Un altro tipo
di vacanza, di tempo libero, di turismo, di ritorno al territorio, di ritrovo del territorio, del modo di riviverlo.
Chi ha le ferie d’agosto o giù di lì va altrove. Le famigliole si stordiscono di babydance. Hanno altra scelta? I bimbi certamente no.
Vede, Signora, io ho partecipato ad alcune iniziative culturali proposte dalla sua amministrazione, qualche anno fa sulla scuola e altre, e mi domando….le buone intenzioni e belle parole….come ricadono tra questi monti? Chi vogliono soddisfare?
Non sono domande oziose. Fuori da qualunque gioco ed interesse quale sono me lo chiedo veramente.
Iniziative di tal genere non dovrebbero e potrebbero coinvolgere direttamente chi ama questi posti, chi vi esercita talenti, chi vi sogna e immagina perchè tanto ci tiene? Non è così che si scrollano le idee, si apre la mente, si respirano visioni?  fuori da ogni preordinato politico di qualsiasi genere sia??
Infatti questo canto hondo che lancio si rivolge a lei come persona di questi luoghi che occasionalmente ne è anche sindaco.
Una visione d’insieme, coraggiosa, indipendente, che marca basso davvero il benessere di queste comunità, che ha il coraggio di scostare lo specchietto del grande gesto, della grande opera, per scorgere tutto il resto che è possibile e profiquo. Il senso stesso della parola visione: cosa può essere, cosa può diventare. E cogliere i segnali,desiderare il meglio per i propri luoghi.
Immagino le scelte coraggiose e pur semplici e quasi ovvie che dal buon senso stesso che questi luoghi ispirano traccia una continuità dal passato al futuro e ci rendono orgogliosi non solo della bellezza salvaguardata riscoperta e reinventata, ma anche di quanto si può essere bravi a trarne guadagno.
E guadagno diffuso.
Tanti soldi, quanti siano, dovrebbero come per chi vince la lotteria far tenere i polsi fermi. E oltre a baciarsi i gomiti di gusto, indurre alla stupendevole gloria di fare proprio ciò che serve.
Ci sono miriadi di idee in alcune persone, precise, puntuali, di senso e mirate, volte a una visione più grande, dove la ‘fretta’ economica lascia spazio a uno sguardo più lungo, più ampio, d’insieme, perchè ascolta,
annusa….e perciò scopre e sa.
In precedenza ho abitato altrove e ho lavorato per anni con l’Amministrazione locale in progetti educativi, conosco pertanto un po’ quel mondo nei suoi chiaroscuri. Nei chiari ho avuto buoni scambi di visione e supporto col Sindaco di allora. Per questo forse ho creduto scriverle con la fiducia di un ascolto.
Le idee sono davvero tante, mi creda, lasci ancora un po’ i soldi in banca a fruttare e le ascolti. Metta da parte un attimo il supposto far cassa immediato e faccia un giro anche solo virtuale in certe realtà di Bologna, per dirne alcune, e osi….osi ascoltare, realtà che sono il futuro, non lo statico di ciò che è.
Lì è la fragranza. Lì è ciò che di nuovo è richiesto. E la cosa bella è che, messo da parte il mero consumo, finisce che i marziani cittadini e i marziani montanari si ritrovano a parlare la stessa lingua, anzi, non cercavano altro: la montagna nelle diverse stagioni, la scoperta di nuove avventure e sperimentazioni, un luogo vivo, non museale. Una montagna viva, perchè vive tutto l’anno, anche nelle supposte stagioni morte!
Tanti soldi: perchè non attività che facciano desiderare vivere e lavorare qui….provi a sentire le idee e avere coraggio…..se c’è chi lavora la terra duramente per vivere qui (e sono giovani), non crede ci sia abbastanza gamma di scelta di possibilità tra i due estremi? che questi luoghi evolvano in armonia  col passato ma verso il futuro?
Vede, e concludo, sono certa che i montanari amano avere ospiti nella loro amata bella e rispettata casa, ma siano poi anche stanchi di fare i valletti. E a scadenza per di più.
La ringrazio.
La mia firma è nota a chi mi ha permesso questo spazio e può disporne se lei lo desidera.

(1)  Non so il suo pensiero sul genere femminile della parola sindaco, io lo credo un modo raffazzonato di compensare altro. Il mio rispetto rimane integro nelle responsabilità che lei si è assunta.

E' Primavera

Domenica e Lunedì Festa di primavera a Lizzano in Belvedere BO mercatini di artigianato e prodotti locali e tanto altro